Per chiunque sia nato in contesti rurali e di campagna sentire parlare di proverbi, riti, tradizioni legate al territorio e alla ciclicità del tempo e delle stagioni è molto frequente. Tra i nostri lettori ci sarà sicuramente qualcuno che ricorda le mani dei propri nonni indaffarate in attività tipiche della vita contadina. Una volta, la vita scorreva al passo lento e cadenzato della natura, delle stagioni, delle fasi lunari e della terra; oggi invece, la vita frenetica che conduciamo ci ha allontanato da questa sfera di misticismo legata all'amore per la natura.
Alcune tradizioni però sono sopravvissute, come quella dell'imbottigliamento secondo le fasi lunari. A proposito di questa usanza, ci sono persone che credono fermamente che l'imbottigliamento dipenda dalla luna, altri sono convinti che sia una diceria popolare, mentre altri non ci credono, ma seguono comunque la tradizione perché “si è sempre fatto così ed è sempre venuto bene”.
Seppur non ci sia un vero e proprio fondamento scientifico che giustifichi questa tradizione, una motivazione potrebbe essere riconducibile alle variazioni di pressione atmosferica, dovute dalle fasi lunari. La luna ‘nuova’ farebbe scendere il livello del vino all’interno della bottiglia, formando aria fino a far saltare il tappo.
Chi per scaramanzia, chi per abitudine, chi per una fede cieca, molti viticoltori imbottigliano ancora seguendo le fasi lunari.
Quindi quando imbottigliare?
Esistono inoltre due mesi ideali, marzo e settembre, considerati i migliori per l’imbottigliamento dei vini, specie se giovani. Per quanto riguarda i vini invecchiati per più di due anni, invece, si può pianificare l’imbottigliamento in qualsiasi periodo dell’anno, purché si tratti di una giornata soleggiata e non troppo fredda.
La tradizione ci consegna delle tabelle vere e proprie.
- Luna crescente per ottenere vini frizzanti
- Luna calante per i vini per i quali si preveda un lungo invecchiamento
- Luna piena adatta a qualsiasi tipo di vino
- Luna nuova sconsigliata per qualsiasi tipo di vino
Si può sintetizzare in una regola generale Tutto ciò che deve crescere e svilupparsi deve essere fatto in Luna crescente. Tutto ciò che deve arrestarsi e morire deve essere fatto in Luna calante.
Dalla tradizione al rito
Se si cerca l'origine di questa tradizione si fatica a trovare un punto di inizio: è stata tramandata con così tanta costanza e precisione che certamente è frutto di anni e anni di esperienza condivisa, ma dire per certo quale sia il momento zero, è quasi impossibile.
Proprio a questo proposito vorremmo ricordare un episodio che è quasi entrato nella leggenda: molti decenni or sono un antico lunario dialettale, il vecchio “Barnardon” di Mirandola, in provincia di Modena, indicò in modo errato, forse per un banale errore di stampa, le diverse fasi lunari. Un contadino che aveva imbottigliato il suo vino secondo le indicazioni non esatte del lunario, voleva citarlo in giudizio poiché il vino non aveva dato l’esito sperato. Faticosamente si arrivò ad una sorta di pace a base di Lambrusco, imbottigliato però, con la luna esatta.
Come ogni tradizione che si rispetti, l'imbottigliamento porta con sé una componente emotiva molto forte, tanto che dalla tradizione si passa al rito. Storicamente il rito è legato alla magia (e cosa c'è più magico del trasformare il mosto in vino?), all'appartenenza ad una comunità, alla tradizione e alla cultura. Nelle famiglie che hanno fatto, e continuano a fare, la storia della viticoltura italiana, il momento dell'imbottigliamento e prima ancora della vendemmia, sono momenti cruciali dell'anno e ad ognuna di queste occasioni si legano ricordi di persone, parole, insegnamenti, affetti.