Itinerario tra le vigne alla scoperta dei terroir
Questo viaggio alla riscoperta di alcuni dei più significativi vigneti della spergola di Scandiano nasce dalla volontà di fare un primo punto della situazione sul territorio, riguardo alle vigne e ai nomi legati alle terre della spergola, per colmare un vuoto esistente in termini di valorizzazione culturale e paesaggistica.
Proprio la spergola, infatti, ne è un esempio paradigmatico in quanto espressione antica, radicata nel territorio, nella storia e nella cultura della terra emiliana, di tradizioni vitivinicole millenarie.
La ricerca si è svolta attraverso un percorso di conoscenza, un vero e proprio Cammino di Santiago enoico, in cui i veri protagonisti di ciascuna tappa sono stati i vigneti.
Accompagnato dai viticoltori mi sono addentrato nel territorio, dove ho potuto respirare il carattere e percepire l’energia vitale che ciascuno di questi misteriosi microuniversi possiede e trasmette.
Questa individuazione e riscoperta di specifici e caratteristici terroir (una vera e propria presa di coscienza) permette di rivolgere lo sguardo verso un orizzonte futuro in cui il vino potrà tornare a essere parola “sacra” capace di comunicare a chi lo beve o “trangugia”, come direbbe Mario Soldati, tutto quello che ha ricevuto dalla pianta, dall’ambiente, dal terreno, dalla gestione agronomica e dalla visione di colui che l’ha plasmato.
Le vigne
Un viaggio di riscoperta della spergola questo che, seppur non esaustivo, ha portato alla creazione di un primo elenco di vigneti dislocati sul territorio pedecollinare e collinare della provincia di Reggio Emilia, le cui età variano dai tre ai novant’anni.
Risulta doveroso mettere in evidenza l’alta percentuale di vigneti di età superiore ai trent’anni, la maggior parte dei quali si trova in quella che il disciplinare della DOC Colli di Scandiano e di Canossa definisce la Zona Classica, cioè quella storicamente più antica della coltivazione di questo vitigno. Ciò ha permesso la sopravvivenza di un patrimonio di biodiversità non comune per la viticoltura contemporanea, che getta le basi per un futuro di grandi potenzialità qualitative per la spergola.
Vigneti Prati della tomba - Parcella 2010
Comune: Bibbiano. Toponimo: Prati della Tomba. Impianto: 2010. Densità impianto: 1,2 m x 2,7 m. Altitudine: 120 m s.l.m.
Terreno: terre calcaree dei dossi fluviali. Sedimenti fluviali a tessitura da media a fine. Molto profondi, molto calcarei, moderatamente alcalini. Ghiaia abbondante nella parte inferiore. «I terreni sono limoso-argillosi con fondo ghiaioso a circa 10 metri di profondità molto drenanti» (Alberto Grasselli, enologo).
Vigna cinquecamPi
Comune: Quattro Castella. Località: Puianello. Impianto: 1955. Esposizione: est con leggera pendenza verso nord. Altitudine: 150 m s.l.m. Terreno: silicio, ferro, poco gesso, abbastanza sabbioso (20 per cento sabbia, 45 per cento limo, 35 per cento argilla).
«Si tratta di terrazzamenti del Pliocenico. Vena di gesso sotterranea, poco influente (le radici delle viti arrivano solo a 2 metri di profondità). Il terreno più fresco dona aromi di salvia, mentuccia e altre erbe aromatiche, in generale quindi un’aromaticità più percepibile che nelle altre vigne. Un’ottima base per la spumantizzazione. Adotto una vinificazione con identiche macerazioni delle uve provenienti dalle diverse parcelle. Cambia la buccia. Qui ha più acidità. Le uve vengono pigiate in tini aperti con macerazione di tre/quattro giorni, in questo modo si evitano i fenomeni di riduzione caratteristici di quest’uva. Veniva fermentata così in passato. In questo modo il tannino presente aumenta la sensazione di mineralità» (Vanni Nizzoli, viticoltore).
Vigna le marcone
Comune: Quattro Castella. Località: Puianello. Impianto: 1920. Esposizione: nord-est. Densità d’impianto: 1 m x 2,8 m. Altitudine: 150 m s.l.m. Composi- zione terreno: silicio e poco gesso.
«Il vigneto è stato registrato su un documento redatto nel 1948 ma si sa per certo, da trasmissione orale, che era già esistente negli anni Venti del secolo scorso. Da questo vigneto l’uva raccolta viene utilizzata sia per il vino fermo (con moscato al 15 per cento) che per Metodo Classico con sosta di trentasei mesi sui lieviti» (Vanni Nizzoli, viticoltore).
Vigna Poggio Vendina
Comune: Quattro Castella. Località: Vendina. Impianto: 1970. Esposizione: nord-est. Altitudine: 180 m s.l.m. Terreno: conoide fluviale del torrente Crostolo. Suoli sassosi con vene di argilla. Variabile a macchia di leopardo. Medio impasto con sassi e argilla. Impasto complesso. Stratificato con fondi profondi ghiaiosi. PH alcalino o debolmente alcalino.
«Terreno in equilibrio, la salinità è data dalla profondità delle radici nel sottosuolo di calcare. La valle del Crostolo porta escursioni termiche, la sera, a 18/20°C quando di giorno si hanno 35°C. Clima ventilato (riduce rischio botrite). Salinità come espressione caratterizzante il vino prodotto da questa vigna» (Giovanni Masini).
«Impollinazioni incrociate negli anni che hanno influenze sui biotipi. Ogni individuo (vite) viene potato in modo diverso in base alla forza delle radici. La superficie del vigneto è di 3000 metri quadri (0,3 ettari). Occorrono venti giorni di potatura in tre persone. È mantenuto in ecosistema con le querce. Grande equilibrio in maturazione anche in annate con situazioni di stress climatico. Nel 2003, annata da caldo record, l’anticipo di maturazione è stato solo di tre giorni. In annate piovose dopo due giorni senza pioggia l’acidità si riequilibra. Sistema di allevamento a vegetazione cadente. Piante microbiologicamente vive con una grande vitalità di gemme e tronco. Gestione biologica del vigneto, no chimica. Disinfezione dei tagli grossi in potatura. Le radici in profondità caratterizzano il vino in salinità e persistenza gustativa. Elementi distintivi sono le note delicate con sfumature agrumate, leggermente floreali ed erbacee-aromatiche. Vigneto vinificato singolarmente per Metodo Classico» (Giovanni Masini, viticoltore).
Vigna Riva Pianella - Parcella 1955
Comune: Albinea. Località: Valle Scura. Superficie: 1,5 ha. Impianto: 1955/1960 (90 per cento spergola, 10 per cento tra malvasia e moscato). Altitudine: 240 m s.l.m. Allevamento: Guyot. Terreno: buona dose di argille plioceniche (zona calanchiva) con presenza di carbonati (tendenzialmente calcarei) bilanciati dai gessi messiniani (vene emergenti di gesso con cristalli di solfato di calcio) acidificanti che contribuiscono a neutralizzare la reazione alcalina del carbonato.
«Terreni che si compattano e che con assenza di piovosità si crepano ma che in sottofondo hanno buona ritenzione idrica. La presenza di calcare e gesso caratterizza in sapidità i vini che si ottengono da questi terreni. La vigoria delle piante è aiutata dalla composizione del terreno. Il vigneto si trova sul versante est di una piccola valle chiusa che declina verso il margine boschivo fresco e ventilato. La maturazione fisiologica del vigneto è equilibrata anche in annate con stress climatico» (Luca Messori, viticoltore).
«Le raccolte possono essere anche leggermente anticipate con acidità che arrivano a 10 g/l. Vini prodotti senza aggiunta di anidride solforosa con acidità importante che preserva dall’ossidazione e mantiene inalterati i profumi per lunghi periodi. Il Metodo Classico sosta fino a dieci anni sui lieviti. Dopo la sboccatura però vanno bevuti entro dodici mesi. Vigneto storicamente nato per il Bianco Classico con malvasia e moscato, per questo la vigna è mista, la Spergola in purezza è una moda più recente. Stesso clone con esposizione, altitudine e composizione del terreno diversi davano espressione fenotipica differente. Solo raccolta a mano. Freschezza piacevolissima. Anche in fase di maturazione. Nel 2015, annata con caldo record, la vendemmia è stata anticipata a Ferragosto. Vigna vinificata per Metodo Classico e passito» (Luca Messori, viticoltore).
Vigna Stradello
Comune: Albinea. Località: Borzano. Impianto: 2011, nuovo impianto con cloni del precedente vecchio impianto. Altitudine: 130 m s.l.m. Allevamento: Guyot. Terreno: alluvionale, sciolto, digrada leggermente verso la valle del Tresinaro.
«Vigna di riferimento per la giacitura su terreno più vocato. Preferenzialmente è la vigna che fornisce la base per lo spumante Metodo Charmat. Il terreno con maggior scheletro, alluvionale e più leggero dà alle uve una risposta aromatica più evidente» (Fabio Coloretti, viticoltore).
Vigna cà Besina
Comune: Scandiano. Località: Pratissolo. Impianto: 2018. La vigna del 1978 è stata espiantata nel settembre 2017. Altitudine: 114 m s.l.m. Terreno: franco-li-moso. Terre fini dei terrazzi antichi. Suoli molto profondi non calcarei. Da debolmente acidi a debolmente alcalini. In profondità franco-limoso-argillosi.
«Il podere risale al 1300. Ritrovamenti archeologici in situ. Nel 1983 prima vendemmia ufficiale con raccolta anticipata in stile champagne (condotta dall’enologo Meglioli), da cui sono state prodotte 2000 bottiglie e le sboccature effettuate nel 2011 hanno ricevuto un premio al Merano Wine Festival» (Massimo Casali, viticoltore).
Vigna cà Ventoso
Comune: Scandiano. Località: Ventoso. Impianto: 1955. Altitudine: 300 m s.l.m. Terreno: calcare e gessi messiniani. Terre del basso Appennino con versanti brevi e rettilinei localmente associati a calanchi. Nel sottostrato gessi messiniani. Lungo la valle del torrente Tresinaro affiorano i gessi messiniani in lembi discontinui, sottili e molto tettonizzati, a contatto con le argille varicolori di Cassio. Gli affioramenti più estesi si osservano ai margini dei bacini calanchivi, in sinistra Tresinaro lungo il rio della Rocca, in destra al Monte del Gesso.
«La vigna è completamente sul gesso, con forte esposizione a sud-ovest. Produce vini con un sacco di corpo ma meno profumati, più neutri» (Vanni Nizzoli, viticoltore).
Vigne Podere Frarèina - Parcella 1956
Comune: Scandiano. Località: Ventoso. Impianto: 1956 (spergola per 2/3, pinot bianco e malvasia di Can- dia). Esposizione: terreno in leggera pendenza verso nord. Altitudine: 115 m s.l.m. Allevamento: nasce a Sylvoz convertito a Guyot (tecnica Simonit&Sirch). Densità impianto parcella 1956: 3,5 m x 3,5 m. Terreni: simili per le tre parcelle, limoso-fini da terrazzi antichi. In profondità franco-limoso-argillosi con elevata presenza di gessi messiniani (più freschi dei terreni di pianura).
«Facendo una cronistoria, la vigna è composta da tre appezzamenti (parcelle) creati in epoche diverse, 1956, 1970 e 1990, con sistemi di allevamento originari diversi dagli odierni. All’interno delle diverse parcelle si notano zone più vigorose e altre meno per le microdifferenze di terreno, analiticamente si è evidenziata una presenza di gesso altissima. La composizione del terreno cambia drasticamente oltre un canale di scolo che delimita a nord il confine della vigna. La parcella del 1956 è uno dei vigneti storici della spergola su cui sono stati effettuati importanti studi sui biotipi e sul loro DNA» (Michele Reverberi, viticoltore e Matteo Bondi, agronomo).
Annotazioni: parcella per Metodo Classico.
Vigne monte Gesso
Comune: Scandiano. Località: Monte del Gesso. Impianti: 1978/1988. Allevamento: spalliera e convertito da GDC a spalliera. Altitudine: 200 m s.l.m. Densità impianto: 2 m x 4 m. Esposizione: nord, nord-est, nord-ovest. Terreno: calcare e gessi messiniani.
«I vigneti si trovano sul versante nord e nord-ovest del Monte del Gesso. I microclimi, le giaciture e le esposizioni delle tre parcelle sono molto differenti e influiscono sul ciclo vegetativo delle piante. La parcella 2 confina a ovest con un piccolo bosco e il microclima molto fresco ritarda la maturazione delle uve rispetto alle altre due parcelle» (Devid Sassi, viticoltore).
Vigna Cà Bianca
Comune: Scandiano. Località: Jano. Impianto: circa 1965. Altitudine: 205 m s.l.m. Allevamento: vecchio GDC speronato. Sesto d’impianto: 1 m x 3,6 m. Terreno: ghiardo franco-limoso-argilloso, negli strati sottostanti alta presenza di gesso. Annotazioni: vigna di circa cinquant’anni.
«Nel vigneto si eseguono due raccolte, una prima raccolta precoce utilizzata come base per lo spumante Charmat (circa metà raccolto) e una tardiva per pro- durre il bianco fermo» (Alberto Grasselli, enologo).
Vigna la Riva
Comune: Scandiano. Località: La Riva. Impianto: 1980. Esposizione: est, sud-est. Altitudine: 230 m s.l.m. Allevamento: fino alla vendemmia 2016 a testa di salice (simil Guyot a due archetti o due tralci dritti) convertito nell’autunno dello stesso anno a Guyot (sistema Simonit&Sirch). Densità d’impianto: 1,3 m x 4 m. Terreno: la presenza di calcare è tre volte sopra la norma (calcare attivo 11,9 per cento). Sabbia 16 per cento, limo 60 per cento, argilla 24 per cento.
«Le rese sono di 120-130 q/ha. Si può definire un vero e proprio cru per Metodo Classico. Gli ultimi sei filari a est sono coltivati a lambrusco, come d’uso nei vecchi vigneti misti» (Giorgio Monzali, viticoltore).
Vigne Farneto
Comune: Castellarano. Località: Farneto di Sotto. Impianto: 2007. Altitudine: 114 m s.l.m. Allevamento: Guyot 4000 ceppi/ettaro (5000 nei nuovi). Terreno: medio impasto con prevalenza di argilla. Nei nuovi impianti sono state selezionate parcelle di terreno con una percentuale più elevata di sabbia (parcella 2019).
«Il motore dell’azienda è stato il vino. Anche per la vocazione dei territori alla viticoltura, terreni a tessitura mista, c’è molta argilla ma anche molta sabbia e feldspati. Con le uve a bacca bianca il terreno è adatto. Terreno di collina con suolo fresco in prevalenza argilloso ma che, se gestito e lavorato bene, dà buoni risultati» (Flavio Restani, viticoltore).
Articolo e immagine tratti dal libro “SPERGOLA - Un vitigno reggiano Viaggio tra storia, vini e territorio” di Giulia Bianco, Aliberti Compagnia Editoriale.