“Un tipo che come lui ha bevuto un Mar Caspio di vino dimostra che l’alcool non è affatto contrario all’arte.” Stefano Benni di Francesco Guccini
L'anatomia di una bottiglia di vino
La bottiglia di vetro è un elemento fondamentale per ottenere un vino di qualità.
È anche merito suo se il vino è diventato la più nobile delle bevande. Lo protegge, ne tutela la conservazione, gli permette di maturare e invecchiare, lo aiuta a servirlo e a gustarlo nella giusta maniera. Ecco, dunque, “l’anatomia” di una bottiglia tipo di vino.
L’etichetta
L’etichetta è il biglietto da visita del vino, impreziosisce la bottiglia e fornisce le principali informazioni sul suo contenuto.
Su di essa si trova il nome del vitigno, la denominazione del territorio o il marchio del produttore. Riporta, inoltre, l’annata di produzione, il nome dell’azienda vinicola o dell’imbottigliatore, la zona di produzione. Su quelle europee, è indicata anche la gradazione alcolometrica effettiva.
Un altro dato importante è la quantità di vino contenuta nella bottiglia, che per quella “normale” deve essere di 75 cl., pari a 750 ml.
La presenza della “e”, infine, indica che il recipiente risponde alle normative dell’Unione europea sulla misurazione del volume.
A causa della rigida normativa, sull’etichetta frontale e sulla retro-etichetta i produttori riportano ulteriori informazioni considerate importanti dal consumatore. La seconda non ha alcun valore ufficiale, ma può fornire alcuni dati interessanti, la temperatura ideale di servizio o gli abbinamenti con il cibo, che spesso la rendono più interessante di quella a norma di legge.
Il vetro
Il vetro è un materiale neutro, insapore, non alterabile dal contatto con alcol, tannino e fenoli. Quello verde o marrone protegge il vino dalla prolungata esposizione ai raggi ultravioletti e ne lascia inalterato il colore. A seconda dello spessore del vetro, in una cantina si possono disporre una sull’altra fino a 40 bottiglie. Il vetro, oltre che il peso, può sopportare temperature comprese tra i -15°C e 80°C, una caratteristica fondamentale durante il trasporto del vino. Una bottiglia di vetro può essere sciacquata e riutilizzata, ma il riciclaggio di questo materiale è decisamente più economico del lavaggio.
Gli unici svantaggi del vetro sono il peso e la fragilità agli urti.
Il collo
Il collo è il dettaglio più ingegnoso della bottiglia di vino, poiché riduce al minimo la superficie di contatto tra il liquido e l’aria e rende possibile l’utilizzo del tappo di sughero. Antiquato, ma tuttora insostituibile, quest’ultimo è quasi impermeabile all’aria. La sua elasticità permette di scivolare nel collo della bottiglia e di aderire perfettamente alle pareti, così da impedire la fuoriuscita di vino. Se è conservato in un locale con il corretto tasso di umidità dell’aria, un buon tappo di sughero può rimanere inalterato in cantina per almeno 25 anni.
La capsula
La capsula è un elemento utile, ma non indispensabile, per l’imbottigliamento del vino. Più che altro, decora la bottiglia, ha la funzione di sigillo e protegge il turacciolo dalla tignola del sughero, lepidottero che può provocare gravi danni al vino. La capsula, nei casi d’invecchiamento prolungato della bottiglia di vino, rallenta l’evaporazione dell’alcol. Ormai le moderne capsule di stagnola o materia plastica hanno sostituito quelle che un tempo erano di piombo.
Articolo tratto dal libro “La rivincita del Lambrusco” di Sandro Bellei, Aliberti Compagnia Editoriale