Agosto matura e settembre vendemmia, storia e tradizione di una pratica antica
E mentre andavo rimuginavo che non c’è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell’odore della terra cotta dal sole d’agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore. - Cesare Pavese, La luna e i falò.
Cesare Pavese nella sua La luna e i falò racconta la bellezza di una vigna ben zappata, ben legata e del profumo che ha la terra che la ospita a fine agosto, riporta l'incanto di grappoli succosi, maturi e pronti ad essere colti e ad essere lavorati per diventare vino. Stiamo parlando ovviamente della vendemmia, un momento che, nella storia vinicola italiana, sorride alla spiritualità e ad un clima festoso e gioioso.
Una lunga storia
La vendemmia è una pratica antica, che affonda le sue radici nei secoli passati. Essa ha una radice latina vindemia, composta da vinum, che significa "vino", e demere, che significa "togliere" o "raccogliere". Non a caso infatti le prime testimonianze della vendemmia risalgono all'Antica Roma. Nell'Impero Romano, il 19 agosto si celebrava la cosiddetta “Vinalia Rustica”, una festa in onore di Giove che dava inizio alla vendemmia. L’uva era raccolta a mano con strumenti simili a coltelli, depositata in piccoli recipienti e poi riversata nelle “lacus vinaria”, delle vere e proprie vasche, dove veniva successivamente pigiata. Durante i giorni della vendemmia tutte le altre attività erano sospese: l’intera cerchia famigliare si riuniva per dedicarsi unicamente al lavoro nei campi. Vediamo fin dalle origini che il carattere sociale e conviviale di questa attività spicca come componente fondamentale. Il lavoro nei campi e la distribuzione delle mansioni univa le persone.
Il momento della vendemmia conservò queste caratteristiche almeno fino alla metà del secolo scorso. La spiritualità dell’evento, spesso associata a preghiere di ringraziamento, si fondeva con la festività dell’evento, che diventava occasione di incontro, di lavoro e di festa appunto, tanto che tradizione voleva che una volta terminata l’attività di raccolta la famiglia si riunisse a cena per celebrare questa giornata.
Una volta, l'impegno e la fatica erano tutte manuali, ma oggi, grazie alle macchine vendemmiatrici, il lavoro è reso più efficiente, sebbene la tradizione della vendemmia a mano resista in alcune zone.
Riti e tradizioni
Come dicevamo la vendemmia non è solo un evento fisico, ma anche spirituale. Le tradizioni variano da regione a regione: musica, canti e balli erano in passato parte integrante del processo.
Molte sono le credenze legate alla vendemmia che variano da zona a zona, da cantina a cantina addirittura. Per esempio, in alcune regioni, si crede che la prima persona a entrare nel vigneto debba essere una donna bionda o una bruna, a seconda della tradizione locale. Questa figura rappresenta la fertilità e la buona fortuna per la vendemmia. In altre zone vinicole, è tradizione avere un sacerdote che benedice le vigne prima dell'inizio della vendemmia, per chiedere la protezione e una buona annata.
Una tradizione particolarmente amata è l'apertura della prima bottiglia di vino nuovo, conosciuto come vino novello. Questo vino fresco e fruttato è il prodotto della vendemmia dell'anno in corso. La sua degustazione è un rito di passaggio che segna l'inizio dell'autunno. Il vino novello è spesso accompagnato da piatti tradizionali, come salumi e formaggi locali, che si sposano perfettamente con il suo sapore giovane e vivace.
La degustazione del vino novello è un modo per assaporare l'autunno in un bicchiere; a differenza di altri vini che richiedono invecchiamento, il vino novello è pronto per essere gustato subito dopo la vendemmia. È come una finestra aperta sul raccolto corrente, una degustazione in anteprima delle uve dell'anno.
Non possiamo parlare di vendemmia senza menzionare il vecchio metodo di spremitura dell'uva coi piedi. Questa pratica, ora sostituita per lo più da metodi meccanici, rappresenta una connessione emotiva e storica con le radici della viticoltura. Ora non si usa più grazie all'adozione di nuovi metodi e strumenti, ma il ricordo di questa pratica è ancora vivido nella mente dei vignaioli più anziani.
Quando e come
Oggi, la vendemmia è ancora una fondamentale pietra miliare nella produzione del vino, un rito che unisce passato e presente in cui, nonostante la meccanizzazione del processo, la magia resta intatta. Le giornate di vendemmia iniziano all’alba, quando i viticoltori si riuniscono per iniziare la raccolta. È un’attività che richiede determinazione e impegno indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Le giornate sono scandite da un'alta organizzazione, guidate da analisi e degustazioni dell’uva, esigenze produttive e previsioni meteorologiche. In questi 15-20 giorni intensi, il destino di un vino viene deciso, e ogni acino d’uva è un capitolo scritto nella storia della cantina.
Oggi, la data d’inizio e di termine della vendemmia è regolamentata per legge, ma ogni regione ha le sue tempistiche, influenzate dalla geografia del terreno, dal clima e dalle tradizioni locali. Così, non c’è una sola vendemmia, ma una sinfonia di vendemmie, ciascuna unica e affascinante come il luogo da cui proviene. Non esiste una data certa, ogni anno può cambiare a seconda delle variazioni climatiche: secondo la saggezza popolare se l’estate è stata calda e con poche piogge seguirà una vendemmia precoce ai primi di settembre; viceversa se più fresca e umida si comincerà verso l'inizio di ottobre. Per esempio, quest'anno la vendemmia dei vitigni del Lambrusco è iniziata la prima settimana di Settembre.
La vendemmia, inoltre, ha un impatto significativo sull'economia. Oltre alla produzione di vino, genera infatti attività turistiche e offre opportunità di lavoro stagionale. Ma il suo valore va oltre il puramente economico: ha la grande capacità di rafforzare il tessuto sociale, contribuendo al benessere emotivo della comunità.